Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. (Alda Merini) Tag: Immagini e Parole |
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Lo so, sono la donna più discontinua del mondo.
Tutto cambia dentro di me da un’ora all’altra. Il fatto è che seguo il mio istinto ed il mio cuore. Non mi curo di quel che sembro, mai! (Anna Magnani) Tag: Immagini e Parole ![]() Tutto inizia domenica notte: vado a letto verso l’una, dopo aver visto Amici, e dormo un sonno profondo fino alle 3 e mezza. Mi sveglio infastidita da qualche dolore alle ovaie, come se fosse il ciclo. Mano a mano che le ore passano le fitte diventano regolari, diverse. “Ok, ci siamo” penso “queste sono le famose contrazioni". Il dolore è però sopportabile, quindi aspetto. Alle 7 si sveglia Hobbes, e io sorridendo gli dico “Mi sa che oggi non ci vai al lavoro!”. Lui mi guarda in un mix tra emozionato e preoccupato, mi chiede come sto e chiama in ufficio per dire che non si sarebbe presentato. Poi ci mettiamo sul divano a guardare un telefilm cronometrando le contrazioni. Decido di chiamare la Monica, l'ostetrica del mio corso preparto, per farmi consigliare sul da farsi: lei mi dice che essendo ancora la fase prodromica tutto può essere (cioè che le contrazioni si fermino, o che vadano avanti così per un po', o che in breve siano più frequenti). Mi consiglia di fare bagni e doccia caldi. Passo quindi tutto lunedì così, sono di buon umore e affatto preoccupata. Io e Hobbes decidiamo di comune accordo di andare in ospedale la mattina dopo, per vedere la situazione. Alle 5 di mattina di martedì inizio ad essere stanca e chiedo a Hobbes di portarmi a Bentivoglio. Ma quando arrivo lì... delusione!! Mi visitano un dottore e un'ostetrica un po' assonnati che mi dicono che sono dilatata solo di 1 cm, e mi dicono di tornare a casa... che a volte, per chi è al primo figlio, queste cose posso durare giorni... li avrei uccisi! Non mi perdo d'animo, so che comunque da lì a poco Agata sarebbe nata e decido di prenderla con filosofia. Torno a casa, ci rimettiamo a letto, riesco a dormire un pochino e poi mi passo di nuovo il giorno tra la vasca con l'idro e la doccia. Mi lavo i capelli, ricontrollo la borsa ecc.. Hobbes in tutto questo è presente e attivo, mi aiuta a controllare le contrazioni e scarica addirittura un programma per l'i-phone per cronometrarle!! Verso le 5 le contrazioni iniziano ad essere molto dolorose, quindi decido di tornare a Bentivoglio. Arrivati, ho una bella sorpresa: sono dilatata di 4 cm, mi tengono dentro!! Le cose si susseguono in maniera abbastanza veloce: mi fanno accomodare in camera (camera da due, dove trovo una ragazza carinissima, Arianna, che ha partorito domenica e che avevo già visto quando avevo fatto la visita guidata dell'ospedale), metto a posto le mie cose, mi metto la camicia da notte e sopporto le contrazioni. Essendo orario di visita, riesco a distrarmi visto Arianna ha diverse visite. Alle 20:30, con una contrazione più forte... splash!! Lago per terra... urca, mi si sono rotte le acque... come nei film!! Vengono a controllarmi, mi dicono che passaranno loro a monitorare la situazione. Alle 22 inizio a sentire molto male, sento che le contrazioni stanno cambiando, mi viene voglia di spingere. Hobbes lo va a dire all'ostetrica, che mi accompagna in una sala chiamata Arcobaleno dove c'è una poltrona, un letto molto grande, uno sgabello e via dicendo. Mi dice di mettermi come sto più comoda, e mi lascia con Hobbes. Ecco, lì ammetto di aver per un attimo perso il controllo: le contrazioni erano diverse, non sapevo come gestirle e mi facevano un male boia. Cercavo di spingere, ma mi sembrava di non combinare nulla. Torna l'ostetrica, mi guarda e mi dice che sente la testina con il dito, che non manca molto. Per guardarmi, mi fa sdraiare sul lettone. Mi accorgo che la posizione (la più antica, ma anche quella che ha meno senso perchè è contro la forza di gravità) mi aiuta a spingere, e decido di rimanere così. L'ostetrica mi tiene una gamba, Hobbes l'altra. Ad ogni contrazione, spingo. Che male!! Per sopportare la cosa, ogni tanto mi viene fuori un "non ce la posso fare", sia lei che Hobbes mi incoraggiano e io in preda alla follia rispondo "ma si, lo so che ce la posso fare, lo dico tanto per dire, è un intercalare!". Loro ridono, io un po' meno. Intanto continuo a spingere, entrambi mi danno la carica, mi incintano, Hobbes è dolcissimo, mi stringe la mano, mi dice che sono bravissima, e io mi fido. Inizio a sentire la testa, spingo fino a rimanere senza fiato, la testa esce, sento bruciare... "tiramela fuori!" dico all'ostetrica, che si infila i guanti, mi tocca e... pluf! Agata sguscia fuori!! E' il 24 febbraio, sono le h. 00.12. Me la appoggiano sul seno, io ripeto mille volte "amore mio, amore mio, amore mio" (Hobbes ha fatto un piccolo video di questa scena.. ogni volta che lo vedo, piango). Ci lasciano da soli un'oretta buona, non abbiamo parole, la guardiamo incantati... non ci rendiamo conto di averla "fatta" noi. La attacco al seno, un gesto dolcissimo, lei ciuccia. Verso l'una l'ostetrica torna a pulirmi e a prendere la bimba, e quando stacca Agata ci accorgiamo.. che ha fatto cacca! Bastardina di mamma!! Mando Hobbes a casa, ha bisogno di dormire. L'ostetrica mi controlla, mi dice che non c'è bisogno di punti e poi mi aiuta a lavarmi e a mettermi il maxi assorbente. Insiste perchè mangi qualcosa e mi porta una cioccolata calda con dei biscotti. Con le mie gambe, andiamo alla nursery a puliamo e vestiamo Agata. Io mi sento in paradiso! Mi accompagna in camera, mi fa stendere e mi lascia Agata accanto. la nostra prima notte io e mia figlia l'abbiamo passata così, addormentate vicine vicine a sentire i nostri respiri e i nostri cuori battere E oggi sono due anni e mezzo di te, Brighella Mia :) Tag: Personal "Non sarebbe una figata se avessimo i sottotitoli?" rimugina lei. "Si, tipo i film stranieri al festival. O i telefilm nella versione per non udenti. Oppure la voce narrante per non vedenti. Una specie di ausilio alla comprensione delle azioni. E invece è come se avessimo tutti i sottotitoli per i non vedenti e la narrazione per non udenti. Non ci accorgiamo delle cose più banali. Non sentiamo quello che ci viene detto. E' un disastro."
"Questa me la scrivo" risponde lui. La donna ride. Chiudono la conversazione quasi contemporaneamente. Pochi minuti dopo, il cellulare della donna riceve un messaggio: "Forse ti farebbe bene guardarti con gli occhi di qualcun'altro, ogni tanto". La donna sorride e pigia sui tastini "Quanto mi piacerebbe essere scritta in braille..." (Ragazze che dovresti conoscere, autori vari) Tag: Immagini e Parole Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un'iniezione di verità, per dirla, finalmente, la verità.
Sarei felice di poter dire a me stesso: "Con lei ho stillato verità". Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch'io lo sarò per te, prometto. (Che tu sia per me il coltello, David Grossman) Tag: MioMarito
Quella sera decidiamo di ripassare al Pub Salute dove lavora il cugino di Ibrahim. Ci accoglie tutto sorridente, ci porta da bere un Raki (acquavite aromatizzata all'anice) e alla fine si siede accanto a noi. "C'è poca gente stasera" ci spiega parlando in un buon inglese.
Ci mettiamo a chiacchierare e io traduco un po’ per Laura. Non so come si arriva a parlare delle situazioni sentimentali, del fatto che Laura è single da poco e che io sono sposata. Decido di lanciarmi nella spiegazione del poliamore: “I have an husband and I have also a boyfriend”. Lui rimane sorpreso, mi dice che lì non è una cosa normale ma che è curioso. Laura intanto inzia a chiacchierare con l'altro cameriere, uno sloveno che conosce l'italiano e che sta facendo la stagione ad Istanbul. Io continuo nella mia spiegazione, sotto lo sguardo attento di questo ragazzino che scopro avere 25 anni e una spiccata intelligenza. Mi spiega che ha imparato l'inglese da solo, mi canticchia un paio di canzoni turche mentre io gli mostro le foto di Agata. C'è una bella empatia tra noi. “Are you shy?” mi chiede ad un tratto. “No”, rispondo sorridendo. Mi fa segno di dargli un bacio sulla guancia. Glielo do, ma quasi sul collo. Mi guarda sornione: "Why there?" La mia risposta è secca: "Because is more erotic". Ride, poi torna serio e guardandomi dritto negli occhi con quello sguardo penetrante mi richiede: "Are you shy?" "No" E mi bacia a lungo, tenendomi il viso tra le mani. "I'll never forgot" mi dice prima di salutarmi la sera dopo, non senza avermi chiesto un paio di volte di appartarci assieme sussurrandomi all'orecchio "I want you". Proprio un popolo di conquistatori, questi turchi! Tag: Personal ![]() lunedì 30 luglio 2012 ARRIVO La valigia è già lì pronta per terra, solo che non riesco a chiuderla. Mannaggia a me, perchè non ho scelto le vecchie care valigie di tessuto con la zip invece di questa valigiazza di plastica?! Momento di panico totale: non mi ricordo neanche il codice del lucchetto. ARGH! Ok, calma, respira. Il codice è la data del matrimonio, e per chiuderla devi solo allineare i lati. Fatto! Dopo mezz'ora sono già a casa di Laura con la valigia perfettamente chiusa, il bagaglio a mano in spalla e la carta di credito funzionante e operativa. Tutto lo stretto necessario: ci siamo, si parte alla volta di Istanbul! Check-in e arrivo sull'aereo perfetti, cibo buono, stuart davvero "di molto bellino", come direbbero i miei amici toscani, con gli occhi profondi e delle ciglia lunghissime (sarà mica gay? che spreco!), atterraggio tranquillo. Prendiamo finalmente un taxi dopo esserci sentite dire mille volte NO in aereoporto ("no, non cambiamo i soldi in pezzi più piccoli"-"no, non ti possiamo aiutare per la prenotazione del pasto vegetariano di Laura del volo di ritorno"-"no, non capisco"). Laura, che a Bologna mi aveva detto che dovevamo essere ferme e decise nei confronti dei turchi per evitare situazioni spiacevoli, si lancia invece in una conversazione assurda con il tassista in un mix di inglese (mio) e tedesco (suo). Peccato che il tassista parlasse davvero solo turco! Arriviamo in hotel, fatiscente fuori ma carino dentro. Il tempo di poggiare le nostre cose e siamo già fuori per andare a vedere uno spettacolo di Dervisci. Con Laura avevo fatto finta di sapere chi fossero ma in realtà ne avevo letto pochissimo. Lo spettacolo inizia con una musica, poi finalmente iniziano le danze religiose. Cinque ballerini volteggiano ininterrottamente, la musica di sottofondo mi porta in posti lontani mentre li guardo incantata. Tra le tante cose penso a quanti gesti della loro religione appaiano strani agli occhi di “noi” cattolici, quando anche nella nostra messa ci sono gesti altrettanto particolari (l’incenso, il suono dei campanelli e via dicendo). Usciamo dallo spettacolo un po’ in trance, mi sento ancora di più immersa in questo nuovo bellissimo mondo. Passeggiamo un po’ prima di scegliere dove andare a cenare e alla fine ci troviamo sedute su due morbidi sgabelli a ridosso della strada a mangiare insalata e yogurt e a sorseggiare thè. Un capitolo a parte va fatto per Ibrahim, un ragazzo che “raccoglie” per strada mentre camminavamo nella direzione sbagliata prima di andare a vedere la danza dei Dervisci. Ci impezza, ci parla, ci racconta. Lo guardo e mentre parla penso che ha un modo dolcissimo di porsi, due occhi buoni, un sorriso sincero. Sta studiando l’italiano, si offre di accompagnarci dove suonano i Dervisci e ci offre anche da bere in un Pub chiamato Salute dove lavora suo cugino (che diventarà luogo interessante qualche sera dopo….). Mentre passeggiamo gli chiedo il nome, perché voglio potermi ricordare di lui. Mi lascia il biglietto da visita e io sorrido. Alla fine ci prova anche, ma in maniera molto garbata. Con il senno di poi mi dispiace essere stata così misurata con lui: ha avuto la sfortuna di conoscerci proprio la prima sera di permanenza, quando ancora la mia idea sui turchi non era realistica. ![]() martedì 31 luglio 2012 GITA SUL BOSFORO+AJA SOFIA+SANTA SOFIA PICCOLA+ SERATA NARGHILE' Martedì mattina la sveglia suona alle 7. Alle 8 siamo già pronte per partire alla volta del palazzo di Topkaki. Una volta arrivate abbiamo subito una bella sorpresa: è chiuso! Dopo qualche momento di panico decidiamo di lanciarci verso il Bosforo per fare la gita in barca, programma del giorno dopo. Arriviamo perfettamente in orario (10:30 partenza della barca dal porto) prendiamo posti buoni e ci lanciamo in mille foto durante il tragitto. Riusciamo addirittura a vedere dei dilfini! Mi piace stare sul traghetto e sentire diverse lingue che si mischiano. Francese, inglese, italiano e turco. Lingue diverse, persone interessate alle stesse meraviglie. Pranziamo con dell'ottimo pesce (e cipolla per la sottoscritta, tanto non devo mica baciare nessuno!) per poi fare una salita improponibile per arrivare a vedere il panorama dall'alto. Laura è spinta dal caffè turco che le pompa nelle vene, io non sono spinta da un bel nulla e arrivo su senza fiato lamentandomi come mio solito. Torniamo verso la barca stanchissime e sudate, rientriamo alla base alle 16:30 e ci dirigiamo verso la Moschea di Santa Sofia. Decisamente turistica ma maestosa. Si entra senza scarpe, in calzini sulla moquet e a capo coperto. Queste cose oggi mi colpiranno, ma nei prossimi giorni diventeranno abitudie. Poi passiamo a Santa Sofia piccola, molto meno turistica e quindi più suggestiva. Arriviamo in camera, giusto il tempo di una doccia e si va a cena. Laura prende un'insalata, io della ciccia buonissima e ci dividiamo dei dolcetti tipici. Subito dopo per smaltire la cena camminiamo e ci ritroviamo in un locale molto particolare a fumare il narghilè (non prima di aver comprato al volo un paio di scarpe nuove per me perché con le mie scivolo e rischio di ammazzarmi). Conosciamo lì un ragazzo che ci aiuta ad accendere il narghilè, ci spiega come funziona e ci toglie un paio di curiosità (come ad esempio dirci che spesso gli uomini tra di loro si salutano sbattendo leggermente le teste tra loro... che roba da macho!). Peccato che il suo inglese sia davvero difficile da capire e quindi io mi trovi spesso a ricordare a Laura che non è un problema fargli le domande, ma più che altro capire le risposte! ![]() Mercoledì 1 agosto 2012 PALAZZO TOPKAKI+MUSEO ARCHEOLOGICO+MOSCHEA BLU+IPPODROMO+CISTERNA BASILICA+HAMMAM+ ORIENTE EXPRESS + PUB "SALUTE" Partiamo di buon’ora alla volta del Palazzo Topkaki trovato chiuso il giorno prima. Ci mettiamo in fila prima che arrivi l’onda di gente e riusciamo ad entrare abbastanza velocemente. Il palazzo è enorme, visitiamo prima l’harem e poi le diverse stanze del palazzo stesso tra cui quella del Tesoro. Scatto mille foto, mi arrabbio con il flash della mia macchina fotografica che mi altera i colori. Poi ci rechiamo al museo archeologico poco più in basso e io rimango davvero colpita dalle meravigliose ceramiche colorate. Siamo in perfetto orario con la tabella di marcia, decidiamo di mangiarci un pezzo di pane tipico prima di andare a visitare la Moschea Blu. L’effetto è davvero d’impatto. Ci fanno togliere le scarpe, coprire le gambe oltre al capo ed entriamo mentre alcune persone pregano. Tutto si mischia, sacro e profano, europeo ed islamico, mondo maschile e mondo femmilie. Enormità, sontuosità mai eccessiva. Dopo l'intensa giornata decidiamo di concederci una sosta in un famoso hammam della zona. Che esperienza meravigliosa! Nude, coccolate da queste donne che ci massaggiano, ci insaponano e ci lavano con una cura stranamente rude. Esco dall'hammam rinata, con il corpo che mi ringrazia in ogni sua cellula. La sera decidiamo di ripassare al Pub Salute dove ci aspetta il cugino di Ibrahim. Ma questa è un'altra storia! ;) ![]() Giovedì 2 agosto 2012 GIRO DELLE MOSCHEE (NUOVA, RUSTEN, SOULIMANEH…) +GRAND BAZAR+SERATA IN PIAZZA Giornata all’insegna delle scarpinate. Abbiamo otto moschee da visitare in una mattina, piano piano togliere le scarpe e mettere il velo diventa un gesto normale. Cercando la moschea di Vefa ci perdiamo in una zona disastrata della città, riuscendo a vedere anche l’altra faccia di Istanbul: bambini che giocano in mezzo alla strada mentre piove, case diroccate, povertà non degradante ma concreta. Girare da sole ci rende libere di farci una nostra idea a tuttotondo di questa città, di questo popolo e delle sue realtà e contraddizioni. Nella Moschea di Bodrum conosciamo invece Mustafà, un Himmam con la tecnologia del web. Ci fa entrare nel suo ufficio, ci fa leggere il guestbook, ci chiede una foto con lui e ci da il suo libro con tanto di autografo. Bella persona, mi bacia e mi abbraccia forte e io gli dico che ha il cuore grande. Una volta in Italia gli chiedo l’amicizia su FB e ci continuiamo a scrivere. Meraviglioso esempio di umanità. Dalla spiritualità al caos del Gran Bazar: una specie di centro commerciale tarocco ma pieno di negozianti simpatici e accattivanti. La sera ci aspetta un bel giro in piazza con annesso concerto di un gruppo canoro piuttosto famoso. Sorrido nell'osservare le tante donne con il velo che cantano a squarciagola e battono le mani come le ragazze italiane al concerto della Pausini. ![]() Venerdì 3 agosto CHIESA S.SALVATORE IN CHORA+MURA+MOSCHEA EYUP+PALAZZO DOLMABACHE+SERATA BANCARELLE Nuovamente sveglia presto,oggi abbiamo davvero tantissime cose da fare. ![]() Sabato 4 agosto PONTE E TORRE DI GALATA+BEYGUL+PERA PALACE HOTEL+MUSEO DERVISCI+GITA SUL BOSFORO BY NIGHT ![]() Domenica 5 agosto RITORNO La sveglia suona alle 5:30, non grazie a quelli dell’hotel che si dimenticano di chiamarci. Alle 6:30 siamo sul taxi, l’ultima pazza corsa verso l’aeroporto e una breve sosta per un’irrinunciabile colazione a base di caffè turco e pane al sesamo. Alle 11:40 ora italiana riabbraccio Marito e Brighella. Ma ad Istanbul ci ho davvero lasciato un pezzettino di cuore. |
cHi soNoElena, nata il 14/12/1983 a Bologna. Abito ad Anzola dell'Emilia. LoVe sTaTus
Per chiarezza: COMPAGNA di Alexis (CuocoMio),
ex MOGLIE di HOBBES (MioMarito), MAMMA di Agata-e-la-tempesta, di Ho-visto-Nina-volare, e di Zeno Più i gatti Penny (che ci ha lasciato nel 2021) e Otto. iN cOsa cRedO
Partiamo dalle basi: il termine poliamore è un neologismo che esprime il concetto di «amori multipli». L'ideale di una relazione poliamorosa è quella di avere una relazione sentimentale e/o sessuale onesta con più partner nello stesso periodo.
Non ho la certezza di essere DAVVERO poliamorosa. Forse sono semplicemente POLI-QUALCOSA :) Categorie
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Luglio 2023
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