ARRIVO
La valigia è già lì pronta per terra, solo che non riesco a chiuderla. Mannaggia a me, perchè non ho scelto le vecchie care valigie di tessuto con la zip invece di questa valigiazza di plastica?! Momento di panico totale: non mi ricordo neanche il codice del lucchetto. ARGH! Ok, calma, respira. Il codice è la data del matrimonio, e per chiuderla devi solo allineare i lati. Fatto! Dopo mezz'ora sono già a casa di Laura con la valigia perfettamente chiusa, il bagaglio a mano in spalla e la carta di credito funzionante e operativa. Tutto lo stretto necessario: ci siamo, si parte alla volta di Istanbul!
Check-in e arrivo sull'aereo perfetti, cibo buono, stuart davvero "di molto bellino", come direbbero i miei amici toscani, con gli occhi profondi e delle ciglia lunghissime (sarà mica gay? che spreco!), atterraggio tranquillo.
Prendiamo finalmente un taxi dopo esserci sentite dire mille volte NO in aereoporto ("no, non cambiamo i soldi in pezzi più piccoli"-"no, non ti possiamo aiutare per la prenotazione del pasto vegetariano di Laura del volo di ritorno"-"no, non capisco"). Laura, che a Bologna mi aveva detto che dovevamo essere ferme e decise nei confronti dei turchi per evitare situazioni spiacevoli, si lancia invece in una conversazione assurda con il tassista in un mix di inglese (mio) e tedesco (suo). Peccato che il tassista parlasse davvero solo turco!
Arriviamo in hotel, fatiscente fuori ma carino dentro. Il tempo di poggiare le nostre cose e siamo già fuori per andare a vedere uno spettacolo di Dervisci. Con Laura avevo fatto finta di sapere chi fossero ma in realtà ne avevo letto pochissimo. Lo spettacolo inizia con una musica, poi finalmente iniziano le danze religiose. Cinque ballerini volteggiano ininterrottamente, la musica di sottofondo mi porta in posti lontani mentre li guardo incantata. Tra le tante cose penso a quanti gesti della loro religione appaiano strani agli occhi di “noi” cattolici, quando anche nella nostra messa ci sono gesti altrettanto particolari (l’incenso, il suono dei campanelli e via dicendo).
Usciamo dallo spettacolo un po’ in trance, mi sento ancora di più immersa in questo nuovo bellissimo mondo. Passeggiamo un po’ prima di scegliere dove andare a cenare e alla fine ci troviamo sedute su due morbidi sgabelli a ridosso della strada a mangiare insalata e yogurt e a sorseggiare thè.
Un capitolo a parte va fatto per Ibrahim, un ragazzo che “raccoglie” per strada mentre camminavamo nella direzione sbagliata prima di andare a vedere la danza dei Dervisci. Ci impezza, ci parla, ci racconta. Lo guardo e mentre parla penso che ha un modo dolcissimo di porsi, due occhi buoni, un sorriso sincero. Sta studiando l’italiano, si offre di accompagnarci dove suonano i Dervisci e ci offre anche da bere in un Pub chiamato Salute dove lavora suo cugino (che diventarà luogo interessante qualche sera dopo….). Mentre passeggiamo gli chiedo il nome, perché voglio potermi ricordare di lui. Mi lascia il biglietto da visita e io sorrido. Alla fine ci prova anche, ma in maniera molto garbata. Con il senno di poi mi dispiace essere stata così misurata con lui: ha avuto la sfortuna di conoscerci proprio la prima sera di permanenza, quando ancora la mia idea sui turchi non era realistica.
GITA SUL BOSFORO+AJA SOFIA+SANTA SOFIA PICCOLA+ SERATA NARGHILE'
Martedì mattina la sveglia suona alle 7. Alle 8 siamo già pronte per partire alla volta del palazzo di Topkaki. Una volta arrivate abbiamo subito una bella sorpresa: è chiuso! Dopo qualche momento di panico decidiamo di lanciarci verso il Bosforo per fare la gita in barca, programma del giorno dopo. Arriviamo perfettamente in orario (10:30 partenza della barca dal porto) prendiamo posti buoni e ci lanciamo in mille foto durante il tragitto. Riusciamo addirittura a vedere dei dilfini! Mi piace stare sul traghetto e sentire diverse lingue che si mischiano. Francese, inglese, italiano e turco. Lingue diverse, persone interessate alle stesse meraviglie.
Pranziamo con dell'ottimo pesce (e cipolla per la sottoscritta, tanto non devo mica baciare nessuno!) per poi fare una salita improponibile per arrivare a vedere il panorama dall'alto. Laura è spinta dal caffè turco che le pompa nelle vene, io non sono spinta da un bel nulla e arrivo su senza fiato lamentandomi come mio solito.
Torniamo verso la barca stanchissime e sudate, rientriamo alla base alle 16:30 e ci dirigiamo verso la Moschea di Santa Sofia. Decisamente turistica ma maestosa. Si entra senza scarpe, in calzini sulla moquet e a capo coperto. Queste cose oggi mi colpiranno, ma nei prossimi giorni diventeranno abitudie. Poi passiamo a Santa Sofia piccola, molto meno turistica e quindi più suggestiva.
Arriviamo in camera, giusto il tempo di una doccia e si va a cena. Laura prende un'insalata, io della ciccia buonissima e ci dividiamo dei dolcetti tipici.
Subito dopo per smaltire la cena camminiamo e ci ritroviamo in un locale molto particolare a fumare il narghilè (non prima di aver comprato al volo un paio di scarpe nuove per me perché con le mie scivolo e rischio di ammazzarmi). Conosciamo lì un ragazzo che ci aiuta ad accendere il narghilè, ci spiega come funziona e ci toglie un paio di curiosità (come ad esempio dirci che spesso gli uomini tra di loro si salutano sbattendo leggermente le teste tra loro... che roba da macho!). Peccato che il suo inglese sia davvero difficile da capire e quindi io mi trovi spesso a ricordare a Laura che non è un problema fargli le domande, ma più che altro capire le risposte!
PALAZZO TOPKAKI+MUSEO ARCHEOLOGICO+MOSCHEA BLU+IPPODROMO+CISTERNA BASILICA+HAMMAM+
ORIENTE EXPRESS + PUB "SALUTE"
Partiamo di buon’ora alla volta del Palazzo Topkaki trovato chiuso il giorno prima. Ci mettiamo in fila prima che arrivi l’onda di gente e riusciamo ad entrare abbastanza velocemente. Il palazzo è enorme, visitiamo prima l’harem e poi le diverse stanze del palazzo stesso tra cui quella del Tesoro. Scatto mille foto, mi arrabbio con il flash della mia macchina fotografica che mi altera i colori. Poi ci rechiamo al museo archeologico poco più in basso e io rimango davvero colpita dalle meravigliose ceramiche colorate.
Siamo in perfetto orario con la tabella di marcia, decidiamo di mangiarci un pezzo di pane tipico prima di andare a visitare la Moschea Blu. L’effetto è davvero d’impatto. Ci fanno togliere le scarpe, coprire le gambe oltre al capo ed entriamo mentre alcune persone pregano. Tutto si mischia, sacro e profano, europeo ed islamico, mondo maschile e mondo femmilie. Enormità, sontuosità mai eccessiva.
Dopo l'intensa giornata decidiamo di concederci una sosta in un famoso hammam della zona. Che esperienza meravigliosa! Nude, coccolate da queste donne che ci massaggiano, ci insaponano e ci lavano con una cura stranamente rude. Esco dall'hammam rinata, con il corpo che mi ringrazia in ogni sua cellula.
La sera decidiamo di ripassare al Pub Salute dove ci aspetta il cugino di Ibrahim. Ma questa è un'altra storia! ;)
GIRO DELLE MOSCHEE (NUOVA, RUSTEN, SOULIMANEH…)
+GRAND BAZAR+SERATA IN PIAZZA
Giornata all’insegna delle scarpinate. Abbiamo otto moschee da visitare in una mattina, piano piano togliere le scarpe e mettere il velo diventa un gesto normale. Cercando la moschea di Vefa ci perdiamo in una zona disastrata della città, riuscendo a vedere anche l’altra faccia di Istanbul: bambini che giocano in mezzo alla strada mentre piove, case diroccate, povertà non degradante ma concreta. Girare da sole ci rende libere di farci una nostra idea a tuttotondo di questa città, di questo popolo e delle sue realtà e contraddizioni.
Nella Moschea di Bodrum conosciamo invece Mustafà, un Himmam con la tecnologia del web. Ci fa entrare nel suo ufficio, ci fa leggere il guestbook, ci chiede una foto con lui e ci da il suo libro con tanto di autografo. Bella persona, mi bacia e mi abbraccia forte e io gli dico che ha il cuore grande. Una volta in Italia gli chiedo l’amicizia su FB e ci continuiamo a scrivere. Meraviglioso esempio di umanità.
Dalla spiritualità al caos del Gran Bazar: una specie di centro commerciale tarocco ma pieno di negozianti simpatici e accattivanti.
La sera ci aspetta un bel giro in piazza con annesso concerto di un gruppo canoro piuttosto famoso. Sorrido nell'osservare le tante donne con il velo che cantano a squarciagola e battono le mani come le ragazze italiane al concerto della Pausini.
CHIESA S.SALVATORE IN CHORA+MURA+MOSCHEA EYUP+PALAZZO DOLMABACHE+SERATA BANCARELLE
Nuovamente sveglia presto,oggi abbiamo davvero tantissime cose da fare.
PONTE E TORRE DI GALATA+BEYGUL+PERA PALACE HOTEL+MUSEO DERVISCI+GITA SUL BOSFORO BY NIGHT
RITORNO
La sveglia suona alle 5:30, non grazie a quelli dell’hotel che si dimenticano di chiamarci. Alle 6:30 siamo sul taxi, l’ultima pazza corsa verso l’aeroporto e una breve sosta per un’irrinunciabile colazione a base di caffè turco e pane al sesamo. Alle 11:40 ora italiana riabbraccio Marito e Brighella.
Ma ad Istanbul ci ho davvero lasciato un pezzettino di cuore.