Hobbes, mio marito, mi guarda con la faccia perplessa: "Cioè?"
"Dai, non ti ricordi, te l'ho detto anche ieri! Stasera c'è una trasmissione su Radio Città Fujiko dove intervengono due mie amiche e vorrei ascoltarla assieme. Parla del Poliamore. Magari tengo la tv accesa senza audio così intanto vedo pure chi vince dall'altra parte!".
Sorride e annuisce.
Gliene sto parlando da due giorni. No, in realtà è da mesi che il termine Poliamore è entrato in casa nostra.
La prima volta che l'ho tirato fuori - come un coniglio dal cilindro, per "vedere l'effetto che fa" - stavamo facendo il bagno ad Agata. Mentre la stavo vestendo sul fasciatoio mi ricordo di avergli chiesto se sapeva cosa voleva dire il termine Polyamory. Così, d'amblè.
Ovviamente non lo sapeva e quindi mi sono lanciata in una spiegazione a metà tra quello scritto su Wikipedia e quello che già stavo vivendo di nascosto. La sua reazione è più che altro divertita: mi ha detto che faceva un po' fricchettoni anni '70, come nelle comuni. Ci rido ho riso sopra e non sono stata più di tanto ad insistere.
Qualche tempo dopo ho ripreso l'argomento in macchina, mentre stavamo portando la Pupa a Lodi dai suoceri. Quella volta ho articolato di più, facendogli esempi delle persone conosciute al gruppo e raccontandoglieli sotto forma di esperienze lette su di un forum - si, lo so, sono machiavellica. Poi, la domanda secca: "Amò ma tu pensi che all'interno di un matrimonio si potrebbe sperimentare un cosa del genere?". Lui mi dice di si, che l'importante è che entrambe le persone siano consapevoli e serene. "Lo sai che sono di mentalità aperta su queste cose" conclude.
Apro la bocca per dirgli qualcosa, poi però mi fermo. Non riesco a capire quanto vuole sapere e soprattutto SE vuole sapere. No, non ce la faccio, non ancora. E così taccio.
Stasera invece è quella giusta, lo sento. E' tutt'oggi che sono nervosa, da quando ho ricevuto un sms per bere una birra fuori e ho dovuto a malincuore dire di no. In quel momento ho sentito il mio Poli-Qualcosa scalciare dentro di me e ho capito che era ora di uscire allo scoperto. Perchè mi sono avvicinata a tutto questo in punta di piedi e cercando la mia strada, perchè non ho sensi di colpa, perchè ne ho parlato oramai con qualsiasi persona che mi circonda all'infuori di Hobbes, perchè mi sono capita e accettata e ora tocca agli altri. Perchè ho una paura fottuta ma non posso continuare a mentire.
Così alle 21:30 ci sintonizziamo via computer sulla frequenza della radio, ognuno alla sua "postazione": io sdraiata sul divano con il portatile in braccio e un occhio alla tv, lui seduto alla scrivania davanti al Mac.
Mi batte forte il cuore, cerco di fare la disinvolta mentre gli chiedo più volte se sta ascoltando. Giorgia e Jade stanno facendo esempi di dinamiche di coppia e tra tanti c'è anche i nostro. Lo guardo di sottecchi, sta armeggiando con il pc ma capisco che è attento a quello che stanno dicendo.
Verso la fine della trasmissione, prendo il coraggio a due mani: "Ma... ma tu cosa ne pensi di tutto ciò?"
Sorride e io mi sento morire. "Te l'ho già detto, per me non sarebbe un problema"
"Si, ma riferito a NoiDue, intendo. Insomma... vabbè... lo sai, io in questi mesi sto uscendo spesso e magari ho anche incontrato persone che mi sarebbero potute interessare... voglio dire, tu come la vedi? Cioè, io ti amo e questo non cambierebbe le cose tra noi ma magari vorrei passare del tempo anche con altre persone... e non parlo solo di sesso, ma anche proprio condividere dell'altro con qualcuno... "
Mi blocco e lo guardo. Ok, bomba sganciata. Mi passa davanti tutta la nostra vita assieme, come succede ai personaggi dei film prima di morire. Questa potrebbe essere la fine o la partenza per un nuovo inizio. Mio e nostro.
"Amore, l'avevo capito" mi risponde. "Sei trasparente come l'acqua. L'avevo capito quando me ne hai parlato la prima volta, e quando mi hai chiesto di sentire assieme la trasmissione ho avuto conferma"
Lo guardo incredula dalla spalliera del divano. Questo omone di 110kg con le mani giganti e gli occhi buoni sa davvero chi sono. E mi ama per questo.
Continuiamo a parlare, dell'eventualità che io esca con qualcuno o che lui esca con qualcuna. Mi dice che per ora non ne sente il bisogno, gli rispondo che voglio comunque mettere in conto anche questa eventualità.
"E invece nel tuo caso c'è qualcuno che ti interessa?" mi chiede d'improvviso.
"Si, una persona c'è. E' *CuocoMio*".
"Avevo capito anche questo".
Già, aveva capito anche quello. Gli avevo parlato di lui, parafrasando le giornate passate assieme in un modo che non fosse troppo fraintendibile. Ma forse i miei sentimenti sono troppo luminosi per essere nascosti nell'ombra di una bugia.
Non è il caso adesso di raccontagli anche di *Sorriso* e del *Cappellaio Matto*, non adesso.
Ci sarà tempo per quello.
Ci sarà tempo per molto altro ancora.
Tutto il poli-tempo del mondo.
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