Buon compleanno Papà.
Sul divano, finalmente ferma.
Stamattina all'una sono arrivata da mio padre, come faccio tutti i giorni.
Ho suonato, non ha risposto.
Ok, calma, sarà in bagno.
Vado su, provo ad aprire con le chiavi ma è chiuso da dentro con la sicura.
Lui la mette prima di andare a letto e la mattina quando si alza la toglie.
Cazzo, è dentro.
Lo chiamo, chiamo al telefono fisso, al cellulare... ma non risponde.
Calma, calma, calma.
Torno giù e chiamo Hobbes.
"Amò, sono sotto casa di mio padre ma lui non risponde, cosa devo fare?"
"Chiama il 115, io intanto arrivo"
Dopo 5 minuti i vigili del fuoco sono lì.
Saliamo assieme, in ascensore inizio a piangere e un vicino di casa che avevo incontrato per le scale mi consola. Annuisco ma in realtà non sento quello che dice.
Arriviamo al piano, i vigili si mettono al lavoro e alla fine riescono ad aprire la porta.
Mi fiondo all'interno.
Il tempo di vederlo steso in cucina e uno dei vigili mi porta fuori a forza.
Magari è solo svenuto. Si, dai, è solo svenuto.
Entra la ragazza del 118, dopo un tempo infinito esce e scuote la testa.
Infarto, dice.
Buio totale.
La vicina del piano di sopra è lì, mi prende e mi porta a casa sua.
Poi arrivano Hobbes, i miei zii, la polizia.
Mille domande, un verbale, tre ore d'attesa per poterlo spostare.
Non me l'hanno fatto vedere e a me va bene così.
Sono entrata solo dopo, per prendere il suo cellulare con i numeri dei parenti.
Hobbes non ha voluto che entrassi in cucina, c'è una piccola macchia di sangue sul pavimento. Dovrò pulirla.
Oggi pomeriggio una serie infinita di telefonate, giri in Certosa, all'Hera e dal medico di base. Sento la mia voce uscire fuori mentre spiego a tutti cos'è successo, mi ascolto da fuori come se fossi in un film.
E poi Hobbes, i miei suoceri, Manu e Vale che cercano di starmi vicina.
Sto cercando di essere forte.
Non ha sofferto, non è passato per ospedali, non se n'è quasi accorto.
Ha smesso di essere tormentato, è andato ad abbracciarsi di nuovo la mia mamma da qualche parte.
Sono io che ora sono "da sola".
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